Linguaggio
BALBUZIE O DISTURBO DELLA FLUENZA:
La balbuzie è un disordine nel ritmo della parola, nel quale il bambino sa ciò che vorrebbe dire, ma non è in grado di farlo a causa di involontari arresti, ripetizioni o prolungamenti di un suono.
Secondo il DSM-IV, TR (APA, 2000) la balbuzie è:
“Anomalia del normale fluire e della cadenza dell’eloquio, (inadeguati per l’età del soggetto) caratterizzati dal frequente manifestarsi di uno o più dei seguenti elementi:
• ripetizioni di suoni e sillabe e prolungamento di suoni;
• interiezioni;
• interruzioni di parole (pause all’interno di una parola)
• blocchi udibili o silenti
• circonlocuzioni (sostituzioni di parole per evitare parole problematiche);
• parole emesse con eccessiva tensione fisica;
• ripetizioni di intere parole monosillabiche;
Nei casi più importanti abbiamo anche una sintomatologia detta secondaria, come:
•schiarirsi la voce;
•respirazione sonora;
•sbuffare;
•increspare le labbra
•sbattere le palpebre
•chiudere gli occhi
•movimenti bruschi della testa
•evitamento del contatto oculare
•movimenti generali del corpo
•movimento di un arto
•battere piedi e/o mani
Secondo alcuni studi c’è una prevalenza del disturbo nei soggetti di sesso maschile, con un rapporto (maschi/femmine intorno a 3-4 a.) di 2:1 (Yairi e Ambrose 2005).
Il rischio maggiore di sviluppare balbuzie è con esordio entro i 36 mesi e non più tardi dei 5 anni, con una remissione tra il 20 e l’80% a seconda delle fasce d’età con picco in età prescolare.
I 2/3 dei bambini possono andare incontro a remissione.
Può capitare che i bambini, durante le prime fasi dello sviluppo del linguaggio , possano balbettare e mettere in atto degli atteggiamenti secondari a causa della paura stessa di balbettare che, nel bambino disfluente è talmente forte da portarlo a vivere sempre in bilico tra il desiderio di parlare e la certezza di non saperlo fare.
Questa convinzione lo spinge a mantenersi in una situazione di costante difesa e diffidenza nella disponibilità all’ascolto dell’interlocutore, e innesca un circolo vizioso che spiega il meccanismo di auto-alimentazione della balbuzie.
E’ importante l’analisi delle disfluenze, soprattutto in età precoce con particolare riguardo alla possibilità di remissione o meno.
Spesso i genitori sono in difficoltà circa le modalità di approccio al proprio figlio che balbetta , e tentando di riempire il vuoto, si pongono delle domande:
1. Distogliere lo sguardo ?
2. Anticipare la risposta ?
3. Far finta di niente ?
4. Porsi in un atteggiamento di aiuto?
5. Ironizzare?
Per rendere la comunicazione con il proprio bambino ottimale, è importante avere un atteggiamento positivo e di rilassante e reciproco scambio di informazioni; questo atteggiamento migliorerà l’ immagine di sé.
E’ utile capire se si tratta di una balbuzie transitoria o strutturata, da pochi ma utili indici predittivi.
La balbuzie transitoria:
– non presenta familiarità;
– ha una durata di circa 18 m.;
– il bambino la vive positivamente;
– non c’è ciclicità o variabilità del disturbo;
– si notano massimo 11 disfluenze su 100 parole.
La balbuzie strutturata:
– presenta familiarità;
– ha una durata > 18 m.;
– vissuto negativo;
– ciclicità;
– presenza di più di 11-20 disfluenze su 100 parole.
Quali sono le cause?
In realtà non si conoscono completamente i motivi per cui la balbuzie viene a determinarsi nel singolo soggetto. Spesso si è parlato di ereditarietà emotiva, in cui accade sovente che i figli presentino le stesse caratteristiche emotive, di sensibilità, e comportamentali dei genitori, per cui, dinanzi a situazioni similari, saranno inclini a reagire in modo analogo. Può accadere inoltre che il genitore balbuziente può tendere a “proiettare” e a riversare sul piccolo, la frustrazione sofferta da lui stesso a causa della balbuzie e l’ansia che pure il figlio cominci a balbettare, caricando di tensione il momento in cui il bambino comincia ad esprimersi. Quest’ultimo assimila l’ansia e la paura del genitore percependosi così realmente incapace e dubbioso sulla propria capacità di parlare fluentemente.
Come devono comportarsi i genitori?
I genitori non devono mai manifestare le proprie preoccupazioni davanti al bambino, nè invitarlo o forzarlo a correggersi o ad esprimersi in maniera diversa. E’ importante che il bambino “balbetti” in pace e in un ambiente sereno! Anche perché il disturbo nella maggior parte dei casi, è transitorio e si risolve spontaneamente nel giro di qualche mese. E’ importante parlarne con il pediatra per seguire l’evoluzione della balbuzie ed eventualmente far fare una valutazione/osservazione dal logopedista.
Nei rari casi in cui la disfluenza non si risolve entro i 4 anni, sarà opportuno intervenire con la massima delicatezza.
Secondo studi recenti , molto spesso, sotto i 5-6 anni può essere opportuno intervenire indirettamente sui genitori e sul loro modo di comunicare col bambino e di vedere la difficoltà linguistica, insegnando loro le tecniche opportune e fornendo le istruzioni pratiche da adottare con il proprio figlio: i risultati possono essere immediati e soprattutto duraturi, più che con i bambini di 8-9 anni e gli adolescenti.
Principali Aree di intervento
si occupa in maniera mirata di attività clinica, consulenza e formazione nei seguenti ambiti:
Certificazione DSA
I disturbi specifici di apprendimento comprendono dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia…
Logopedia per adulti
- problemi di voce (disfonia)
- balbuzie (disfluenza)
- alterazioni linguistico-comunicative secondarie a danni neurologici
Età evolutiva
- Disturbi Specifici di Linguaggio (DSL)
- Disturbi secondari di linguaggio
- Disturbo motorio del linguaggio
- Disturbi Specifici di Apprendimento
- (DSA) della lettura, scrittura, calcolo
- Disturbi della fluenza (balbuzie)
- Disturbi della voce (disfonie)
- Deglutizioni deviate (terapia miofunzionale)